La scrittura è definita come “la rappresentazione visiva, mediante segni convenzionali, delle espressioni linguistiche”.
La scrittura manuale, quella compiuta attraverso l’utilizzo di una penna e di un foglio, è il gesto più espressivo del genere umano e non può (e non deve) essere vista solo nei suoi aspetti formali. Piuttosto, la scrittura si propone come il risultato finale di un’intensa e complessa attività sia fisica che mentale.
LA SCRITTURA A MANO
La scrittura a mano rappresenta un mezzo di trasmissione e di comunicazione all’interno dei gruppi sociali in cui il soggetto scrivente si colloca. Lo sviluppo che questa attività comporta comincia con una prima fase di apprendimento del gesto grafico, per poi arrivare a padroneggiarlo, trasformandolo rapidamente in un modo totalmente personale ed unico di tracciare le lettere.
Il neuropsichiatra Ajuriaguerra l’ha definita come:
Un insieme di segni simbolici il cui senso è stato stabilito a priori da una comunità sociale per suo uso e consumo. […] È un’immagine di noi stessi che a noi stessi rimandiamo e che offriamo allo sguardo altrui.
IL CONCETTO DI GRAFIA
La grafia rappresenta un comportamento espressivo al pari del modo che abbiamo di camminare o di gesticolare, ovvero un comportamento spontaneo perché automatizzato e posto in essere inconsciamente, senza controllo razionale. Esso è, dunque, in grado di rivelare la natura intima del soggetto scrivente.
Nel momento in cui il bambino impara a scrivere, tenta di imitare fedelmente il modello scolastico mediante un controllo volontario in cui, però, il simbolo grafico viene percepito e riprodotto in maniera diversa rispetto al modello, e ciò si presenta in ogni bambino, rendendo quindi differenti i loro modi di riprodurre le lettere.
Questo perché la percezione è un comportamento attivo che coinvolge non solo la sensibilità recettiva dell’individuo, ma anche la sua struttura motivazionale ed esperienziale.
Lo stimolo visivo è filtrato ed elaborato dal cervello che gli conferisce la sua impronta peculiare. La risposta motoria proveniente dai centri cerebrali risulta influenzata non unicamente dalla funzionalità fisiologica, bensì dalla dinamica psicologica e dalla «memoria» soggettiva, rendendo il segno grafico una sintesi altamente individualizzata della personalità dello scrivente.
In sostanza, quindi, possiamo pensare alla scrittura come insieme di:
- Comportamento di estrema complessità neurologica;
- Abilità appresa in modo cosciente;
- Attività espressiva;
- Strumento per apprendere e comunicare.
Il suono diventa scrittura quando una successione spazio-temporale di movimenti produce dei segni (codifica) che ritornano suono per mezzo della lettura (decodifica).
LA GRAFOLOGIA
Per comprendere le dinamiche legate alla scrittura di ogni individuo, viene utilizzata l’indagine grafologica, o grafologia. La grafologia è una scienza umana volta all’individuazione delle caratteristiche e dinamiche intellettive, temperamentali e affettivo-relazionali dell’individuo, mediante l’interpretazione della sua scrittura ovvero, della sua attività grafica.
È utile sia alla conoscenza del soggetto e alla comprensione delle motivazioni sottostanti i suoi comportamenti, ma anche alla conoscenza delle cause di alcuni disturbi della personalità, disagi e conflitti intrapsichici che l’individuo può manifestare.
L’indagine grafologica pone attenzione allo studio della personalità, intesa come una realtà psicosomatica dinamica e complessa, irripetibile, altamente individualizzata e socializzata in quanto in continua interazione con l’ambiente, rispetto al quale individua forme diverse di adattamento.
In sostanza rappresenta l’insieme delle caratteristiche e delle modalità di comportamento che determina gli speciali adattamenti di un individuo all’ambiente. Essa viene analizzata nelle sue diverse fasi evolutive per coglierne la dinamica progressiva, basando lo studio su più campioni di scrittura, stesi in tempi e fasi diverse della vita, proprio per averne un panorama complessivo.